Descrizione
Questo Protocollo di intervento è da intendersi come parte integrante del Regolamento di Istituto approvato dal Consiglio di Istituto nella seduta del 17/12/2018 con delibera n. 3, aggiornato con Delibera n. 47 del 12.01.2023.
1. Introduzione
La frequenza con cui si verificano episodi di bullismo e di prevaricazione determina la necessità di incrementare azioni volte a favorire la prevenzione e il contrasto dei comportamenti a rischio con interventi educativi.
La scuola svolge infatti il compito fondamentale di favorire lo sviluppo nei ragazzi di un atteggiamento mentale e culturale che educhi all’accettazione, alla consapevolezza dell’altro, al senso della comunità e della responsabilità collettiva, nella prospettiva di una convivenza civile.
Negli ultimi anni, inoltre, con l’evolversi delle tecnologie e la diffusione della comunicazione elettronica, il bullismo ha assunto le forme subdole e pericolose del cyberbullismo che richiedono la messa a punto di nuovi e più efficaci strumenti di contrasto.
Il nostro Istituto, in ottemperanza con la normativa vigente (vedi Allegato 1), si impegna ad adottare misure e strategie atte a prevenire e contrastare ogni forma di violenza e prevaricazione (diretta o indiretta, fisica o virtuale) anche con il sostegno e la collaborazione delle famiglie, su due differenti livelli di intervento:
A. Prevenzione
B. Piano di gestione dell’emergenza
2. Definizione dei fenomeni
Che cosa si intende per bullismo e cyberbullismo?
Per ”bullismo” si intendono tutte quelle azioni di sistematica prevaricazione e sopruso messe in atto da parte di un bambino/adolescente, definito “bullo” (o da parte di un gruppo), nei confronti di un altro bambino/adolescente percepito come più debole, la vittima.
Secondo le definizioni date dagli studiosi del fenomeno, uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto deliberatamente da uno o più compagni.
È possibile distinguere tra bullismo diretto, che comprende attacchi espliciti nei confronti della vittima e può essere di tipo fisico o verbale e bullismo indiretto, che danneggia la vittima nelle sue relazioni con le altre persone, attraverso atti come l’esclusione dal gruppo dei pari, l’isolamento, la diffusione di pettegolezzi e calunnie sul suo conto, il danneggiamento dei suoi rapporti di amicizia.
Perché si possa parlare di bullismo è necessario che siano soddisfatti alcuni requisiti:
• i protagonisti sono sempre bambini o ragazzi, in genere in età scolare, che condividono lo stesso contesto, più comunemente la scuola;
• gli atti di prepotenza, le molestie o le aggressioni sono intenzionali, cioè sono messi in atto dal bullo (o dai bulli) per provocare un danno alla vittima o per “divertimento”;
• c’è persistenza nel tempo: le azioni dei bulli durano nel tempo, per settimane, mesi o anni e sono ripetute;
• c’è asimmetria nella relazione, cioè uno squilibrio di potere tra chi compie l’azione e chi la subisce, ad esempio per ragioni di età, di forza fisica, di genere o per la popolarità che il bullo ha nel gruppo di suoi coetanei;
• la vittima non è in grado di difendersi, è isolata e ha paura di denunciare gli episodi di bullismo perché teme vendette.
Il bullismo è una tra le possibili manifestazioni di aggressività messe in atto dai bambini e dagli adolescenti. Sebbene non sia sempre semplice riconoscere ad un primo sguardo le differenti tipologie di comportamenti aggressivi, è però possibile distinguere quelli più specificamente riconducibili alla categoria “bullismo” da quelli che, invece, non entrano a far parte di questo fenomeno.
A partire da queste premesse, è importante ricordare che il bullismo NON è:
• uno scherzo: nello scherzo l’intento è di divertirsi tutti insieme, non di ferire l’altro;
• un conflitto fra coetanei: il conflitto, come può essere un litigio, è episodico, avviene in determinate circostanze e può accadere a chiunque, nell’ambito di una relazione paritaria tra i ragazzi coinvolti.
Ribadiamo quindi, in generale, che un fatto sporadico e occasionale, non ripetuto nel tempo, non intenzionale, non asimmetrico a livello relazionale, per quanto spiacevole NON è ascrivibile ad un atto di bullismo.
Di seguito viene riportata una griglia contenente domande-guida utili a valutare se gli atteggiamenti/comportamenti osservati sono riconducibili al bullismo oppure no.
Domande Guida | Si | No | |
SISTEMATICITÀ | Il comportamento è reiterato nel tempo? | ||
Il bersaglio delle prepotenze è sempre la stessa persona/vittima? | |||
ASIMMETRIA | L’aggressore è fisicamente più forte della vittima? | ||
L’aggressore ha abilità personali e relazionali maggiori della vittima? | |||
Il comportamento è stato messo in atto da più persone ai danni di una sola? | |||
Chi subisce ha scarse risorse o capacità per difendersi (ad es. compagni che la supportano, abilità personali, etc.)? | |||
INTENZIONALITÀ | Il comportamento è stato messo in atto con l’intenzione di arrecare danno? | ||
Il comportamento è stato messo in atto a causa di un litigio o altre motivazioni circoscritte e occasionali? |
Quando le azioni di bullismo si verificano attraverso Internet con il telefono cellulare (o con qualsiasi altro dispositivo connesso alla rete web) si parla di cyberbullismo.
La definizione di cyberbullismo ci viene fornita dalla Legge 29 maggio 2017, n. 71 (Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo) all’art. 1 comma 2: “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.”
Tutto questo può avvenire utilizzando diverse modalità offerte dai nuovi media, come:
• telefonate
• messaggi (con o senza immagini)
• chat sincrone
• social network (per esempio, Facebook)
• siti di domande e risposte
• siti di giochi online
• forum online
Le modalità specifiche con cui i ragazzi realizzano atti di cyberbullismo sono molte.
Alcuni esempi sono:
• pettegolezzi diffusi attraverso messaggi sui cellulari, e-mail, social network;
• postando o inoltrando informazioni, immagini o video imbarazzanti (incluse quelle false);
• rubando l’identità e il profilo di altri, o costruendone di falsi, al fine di mettere in imbarazzo o danneggiare la reputazione della vittima;
• insultando o deridendo la vittima attraverso messaggi sul cellulare, e-mail, social network, blog o altri media;
• facendo minacce fisiche alla vittima attraverso un qualsiasi media.
Queste aggressioni possono far seguito a episodi di bullismo (scolastico o più in generale nei luoghi di aggregazione dei ragazzi) o essere comportamenti manifestati solo online.
3. Contrasto al bullismo e al cyberbullismo
A. PREVENZIONE
Sottolineando l’importanza di un approccio integrato, che coinvolga tutti i soggetti in questione, per combattere tali fenomeni la scuola mette in atto interventi di prevenzione volti a sostenere il rispetto dell’altro e la promozione di comportamenti empatici e prosociali, sia a livello di istituto che a livello del singolo gruppo classe.
A livello di Istituto:
• costante attività di vigilanza da parte di tutto il personale scolastico
• attività formative rivolte ai docenti per il contrasto del fenomeno bullismo/cyberbullismo
• coinvolgimento delle famiglie con la pubblicazione del Protocollo sul sito istituzionale ed eventuali incontri informativi
• individuazione di regole comportamentali inserite nel Regolamento d’Istituto che tutti devono rispettare ai fini della convivenza civile
• formazione per il potenziamento delle competenze digitali, per la sicurezza online e per un uso positivo e corretto delle TIC nella didattica attraverso corsi organizzati dall’Ambito e tramite la piattaforma del Progetto GenerazioniConnesse.
• progettazione multidisciplinare/progettazione educativo-didattica su tematiche trasversali inerenti all’educazione alla cittadinanza (che confluiscono nel nuovo insegnamento, denominato “Cittadinanza e Costituzione”) e al contrasto del bullismo.
• realizzazione di progetti di istituto e attività/incontri che mirano al potenziamento delle competenze di cittadinanza
– Consiglio Comunale Ragazzi e incontri sulla Legalità (con il coinvolgimento dei Carabinieri e della Polizia Postale)
– Giochi Sportivi Studenteschi-Sport a Scuola-Sport di Classe, Attiva Kids e Attica Kids Junior, Campionati studenteschi
– SMIM – Progetto musica DM8
– Iniziative di solidarietà
– Progetto Sportello d’Ascolto.
A livello di classe:
• apprendimento cooperativo allo scopo di favorire un clima sereno e di collaborazione reciproca
• alfabetizzazione emotiva e guida alla gestione positiva dei conflitti per il mantenimento di buone relazioni sociali
• rilevazione delle dinamiche relazionali funzionali/disfunzionali all’interno del gruppo classe e sistematica osservazione dei comportamenti a rischio sia dei potenziali bulli sia delle potenziali vittime
• utilizzo di stimoli culturali (immagini, fumetti, articoli di cronaca, narrativa, film, letture…) per sensibilizzare gli alunni e sollecitare riflessioni sul tema attraverso una metodologia didattica interattiva che consenta una rielaborazione personale dei contenuti riportando a sé e ai propri vissuti le problematiche affrontate
• ricorso alle tecniche di rielaborazione delle storie ascoltate o lette (simulare interviste con i protagonisti, scrittura e narrazione creativa, Role Play …)
• riflessione sulle regole implicite ed esplicite ai fini della costruzione collettiva di un decalogo condiviso contro il bullismo, successiva definizione e gestione delle conseguenze nel caso di violazione dello stesso.
B. PIANO DI GESTIONE DELL’EMERGENZA
Per la gestione delle emergenze sono stati formalmente costituiti due Team, il Team per il bullismo ed il cyberbullismo ed il Team per l’emergenza caratterizzati dalla presenza di figure interne alla scuola, costituiti dal docente Referente per il contrasto al bullismo e al cyberbullismo e da insegnanti con competenze trasversali (formati su temi specifici, con capacità di ascolto attivo e mediazione e collaboratori del Dirigente Scolastico), coinvolti nelle diverse fasi di attuazione del piano di intervento.
La procedura da seguire una volta che è avvenuto un presunto episodio di bullismo prevede 4 fasi fondamentali.
B.1 La fase di PRIMA SEGNALAZIONE
La prima segnalazione ha lo scopo di attivare un processo di attenzione e di successiva valutazione rispetto ad un presunto caso di bullismo o cyberbullismo: serve quindi a fare in modo che tutte le potenziali situazioni di sofferenza non vengano sottovalutate e ritenute erroneamente poco importanti.
La segnalazione può essere fatta dagli alunni attraverso un’apposita Scheda per la raccolta delle informazioni essenziali (vedi Allegato 2), che viene riposta in cassette (una per ciascun atrio della scuola Primaria e Secondaria di 1° grado) ben visibili a tutti.
Caratteristiche della Scheda di prima segnalazione:
• è accessibile a tutti gli alunni, in formato cartaceo in spazi definiti della scuola (atri, corridoi)
• deve contenere le informazioni essenziali
• deve essere compilata dagli alunni coinvolti direttamente o indirettamente (vittima e compagni della vittima/del bullo)
Tali schede debitamente compilate, complete di data e nome del segnalante, saranno visionate, con cadenza settimanale, dai membri dei Team che prenderanno tempestivamente in carico la situazione attivando il processo di attenzione e valutazione.
La segnalazione da parte dei genitori avviene tramite e-mail all’indirizzo: stop.bullismo@icmatino.net o a seguito di richiesta di colloquio diretto con i docenti e/o il Dirigente Scolastico.
I docenti e il personale ATA potranno segnalare episodi di potenziale bullismo tramite colloquio diretto con il Dirigente Scolastico.
B.2 La fase di VALUTAZIONE APPROFONDITA
Il passo successivo alla prima segnalazione è quello di svolgere una valutazione più approfondita dell’accaduto attraverso colloqui con le persone coinvolte, alla presenza di almeno un docente di classe.
La fase di valutazione ha quindi lo scopo di analizzare la tipologia di comportamento e la gravità della situazione così da avere il maggior numero di elementi per definire l’intervento/gli interventi da attuare nella fase successiva.
I membri dei Team procederanno pertanto alla raccolta di informazioni sull’accaduto attraverso colloqui e interviste, insieme ad un insegnante di classe, agli attori direttamente e/o indirettamente coinvolti, scelti in base alla peculiarità del caso: chi ha fatto la prima segnalazione, vittima, compagni testimoni, docenti di classe, genitori, bullo/i.
I colloqui di approfondimento consentiranno ai membri dei Team di compilare la Scheda per la valutazione approfondita (vedi Allegato 3).
Le aree di approfondimento riguardano: l’evento, le persone coinvolte nei diversi ruoli, la tipologia di comportamento e la loro durata.
Sulla base delle informazioni acquisite dalle diverse sezioni della Scheda (gravità della sintomatologia della vittima, grado di compromissione del bullo, caratteristiche del contesto classe e della famiglia) si stabilirà un livello di priorità dell’intervento:
• livello di rischio: CODICE VERDE
• livello sistematico: CODICE GIALLO
• livello di urgenza: CODICE ROSSO
B.3 La fase di SCELTA DELL’INTERVENTO e della GESTIONE DEL CASO
In base al livello verrà definito l’intervento o gli interventi più opportuni.
CODICE VERDE: situazione da monitorare con interventi preventivi nella classe.
CODICE GIALLO: interventi strutturati a scuola (in assenza di risultati positivi sarà coinvolta la Rete dei Servizi del Territorio)
CODICE ROSSO: interventi di emergenza con supporto della Rete dei Servizi del Territorio
Le decisioni relative alla scelta dell’intervento verranno concordate con il Dirigente Scolastico sulla base del livello di gravità della situazione e delle risorse disponibili. Una volta decisa e concordata con il Dirigente Scolastico la/e tipologia/e di intervento da attuare, i membri dei Team hanno poi il compito di coinvolgere le eventuali altre figure che supporteranno nella realizzazione dell’intervento.
Tipologia di intervento | A chi spetta |
Approccio educativo con la classe | Docenti di classe |
Interventi individuali su vittima e bullo * | Membro/i dei Team con la presenza di un docente di classe e/o Dirigente Scolastico |
Gestione della relazione con interventi di mediazione | Membro/i dei Team con la presenza di un docente di classe e/o Dirigente Scolastico.
Referenti del Consultorio familiare/ Ambito Territoriale/Ente Locale. |
Coinvolgimento della famiglia | Dirigente Scolastico e/o Team |
Coinvolgimento della Rete dei Servizi del Territorio **(vedi Allegato 4) | Accesso ai Servizi tramite Dirigente Scolastico |
* L’intervento individuale sul bullo potrebbe prevedere l’approccio disciplinare cioè l’adozione di provvedimenti già previsti nel Regolamento d’Istituto.
** La scuola richiederà un supporto esterno, quindi l’attivazione della Rete dei Servizi, in grado di attuare un intervento specialistico, a lungo termine e integrato se:
– gli atti subiti dalla vittima sono di notevole gravità
– si rileva una profonda sofferenza della vittima
– i comportamenti del bullo sono eccessivamente aggressivi e a rischio.
B.4 La fase di MONITORAGGIO
Il monitoraggio è una fase importante del processo che permette ai membri dei Team di verificare la presenza di cambiamenti a seguito dell’intervento/degli interventi messi in atto.
A breve termine (ad es. una settimana dopo) permette di capire se la situazione è migliorata o se sono necessarie azioni aggiuntive; a lungo termine (ad es. un mese dopo) permette di verificare se il cambiamento ottenuto a seguito dell’intervento si mantiene nel tempo.
Tale valutazione degli esiti degli interventi sarà rilevata attraverso una Scheda (vedi Allegato 5)
Schema Protocollo di intervento
FASE | Persone coinvolte | Attività |
Prima segnalazione | Alunni, docenti, personale ATA, genitori | Segnalazione di episodi di presunto bullismo/cyberbullismo, attraverso i diversi canali previsti |
Valutazione approfondita | Membri dei Team e tutte le persone coinvolte negli episodi segnalati (vittima, bullo, testimoni, genitori…) con la collaborazione di almeno un docente di classe | Raccolta, verifica e valutazione delle informazioni relative ai casi |
Gestione caso (attraverso uno o più interventi) | Dirigente Scolastico
Referente Membri dei due Team Docenti e Consigli di classe/interclasse Alunni Genitori Referenti del Consultorio Familiare/ Ambito Territoriale/ Ente Locale |
– interventi educativi/discussioni guidate in classe
– incontri individuali con gli alunni coinvolti – incontri di mediazione con vittima e bullo – coinvolgimento dei genitori – ridefinizione regole di comportamento antibullismo – provvedimenti disciplinari come da Regolamento d’Istituto – intervento e/o supporto specialistico e a lungo termine dei Servizi del Territorio |
Monitoraggio | Membri dei Team, docenti, vittima, bullo, testimoni | Valutazione dell’efficacia degli interventi ed eventuale scelta altre strategie. |
Il DIRIGENTE SCOLASTICO
Prof.ssa Veronica Laterza
Firma autografa sostituita a mezzo stampa ai sensi del D.Lgs. 39/93 e normativa connessa
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